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I cani sono la mia passione da sempre.

All'inizio ero una di quelle convinte che i cani di grossa taglia fossero “meglio” di quelli di taglia piccola. Infatti, prima di convertirmi al Bolognese, ho avuto un dobermann, che ho curato fino alla fine dei suoi 12 anni, e poi un adorabile bobtail che è cresciuto insieme a mia figlia e che, essendo un bel soggetto, portavamo alle varie esposizioni nei dintorni di Perugia.

Mentre esponevo il mio Bobtail però, qualcosa cominciò a muoversi nella mia testa e così cominciai a guardare i ring dei Bolognesi, non trovando mai però un soggetto che rispecchiasse lo standard della razza. Tronchi lunghi, teste enormi e dalle proporzioni sbagliate, taglie in eccesso, erano una costante che riscontravo in tutti i cani.

La svolta avvenne nel 1990 quando, all'ennesima esposizione, vidi un cane che aveva finalmente le caratteristiche che da tempo cercavo: era Tommy, un LIR 1° generazione. Chiesi informazioni all'allora proprietario Alessandro Timpani che mi raccontò che Tommy era praticamente "il cane venuto dal nulla". Uno dei tanti batuffoli bianchi, venduto per Maltese da quei negozianti con pochi scrupoli, senza pedigree e con tante malattie addosso.

Timpani impietosito lo prese con se senza sapere quello che aveva tra le mani. Solo dopo diversi mesi, incitato dal Colonnello Giannelli titolare dell'affisso di San Miliano, Tommy si accoppiò con una sua Bolognese dando alla luce dei veri bolognesi, di gran lunga migliori di tutto quello che c'era in giro.

Chiesi subito al proprietario di avere una figlia di questo cane. Nel settembre dello stesso anno, avevo già il mio primo Bolognese, non chè il mio primo cane di taglia piccola: Emma di San Miliano.

Il carattere di questa piccola dolcissima cucciola mi conquistò subito. Emma si comportava con un' intelligenza incredibile ed interagiva con la famiglia in modo assolutamente diverso e più "umano" rispetto a quanto avevo sperimentato con gli altri cani.

Da allora decisi di dedicarmi a questa razza per riportarla all'originaria bellezza. Non immaginavo però l'enorme lavoro che avrebbe comportato l'ottenere cani corrispondenti allo standard! Lavorando per anni in consanguineità con soggetti discendenti da Tommy, oggi finalmente posso affermare con certezza che tutti i cuccioli che nascono nel mio allevamento hanno un'omogeneità paragonabile a quella di una "razza normale".

Tronchi raccolti, teste ben proporzionate,sia nel rapporto cranio-muso, sia nel rapporto lunghezza del tronco e lunghezza totale della testa, sono ora una costante dei miei cani. Per giungere a questi risultati ci sono voluti circa 10 anni, tanto lavoro serio,tanto amore e rispetto per questa razza.

E' grazie a questi valori che ho potuto portare i miei cani ad un certo livello, perchè ho sempre messo in primo piano la salvezza del Bolognese in quanto razza in via di estinzione, e non i soldi che ne avrei potuto ricavare.

Purtroppo la razza versa ancora in grave difficoltà, infatti nei ring l'omogeneità dei soggetti non è ancora sufficiente, così come i parametri di giudizio di chi è chiamato a giudicarli.

C'è ancora tanto lavoro da fare ma...rispetto a qualche anno fa, un passo avanti è già stato fatto!

Dogs have always been my passion, as far as I can remember. At the beginning I was one of those people who strongly believe that larger dogs are “better” than small dogs. In fact, before my conversion to the Bolognese breed, I had a Dobermann - who I looked after lovingly until he died at the age of 12, and a lovable Old English Sheepdog who grew up alongside my daughter; furthermore, since he was a good specimen, we used to take him to the dogs shows in our area, around Perugia.

While showing my Old English Sheepdog some new thoughts had already started making their way through my mind and therefore I started peeping into the Bolognese area of the dog shows, but without finding a specimen which reflected the real standard of such a breed.

The turning point for me happened in 1990 when, during yet another dog exhibition, I finally saw a dog that had all the exemplary characteristics of the Bolognese standard. His name was Tommy, a 1st Generation LIR (Italian Book of Recognitions) accredited specimen. I asked his owner at the time, Alessandro Timpani, for some information, and he told me that Tommy was practically the “dog who came from nowhere”. One of many a white fur balls sold as a Maltese by one of many unscrupulous pet shops, without a pedigree and with many illnesses. Mr Timpani, tugged at the heartstrings, decided to take him without being aware of what he had stumbled upon. It took many months and quite a bit of convincing, pushed by Colonel Giannelli owner of the San Marco kennel name in San Miliano, he agreed to mate Tommy with one of his female Bolognese. This produced the very first and true Bolognese litter, better by far than what was around at the time.

I immediately asked the owner if I could have a female specimen from that litter. In September of the same year I became the proud owner of my first Bolognese, which was also my first small size dog: Emma di San MiIiano. I was immediately won over by the intelligence and family friendly character of this sweet little puppy: she interacted with the family in such an incredibly human way I had never experienced before with other dogs.

Since then I have been working hard with this breed to reinstate its original beauty. What I had no idea about was the huge work needed to obtain dogs correspondent to the standard!

Having worked for many years now with consanguineous descendants of Tommy, I can now affirm that every single puppy that is born in my kennel has a homogeneity that is the same of a “normal” breed. Consistent features of my dogs are nowadays well shaped bodies, well proportioned heads, perfect muzzle to cranium and body to head lengths ratios. It took me almost 10 years to achieve these results: a lot of hard work and love and respect for this breed. It is due to this approach that I have managed to bring my dogs to this high standard; it is because I have always put the Bolognese breed’s own survival ahead of the money I could have made out of it.

Unfortunately the Bolognese breed is still going through treacherous times: in dog shows the homogeneity isn’t sufficient yet, as insufficient as the judgement skills of those who are charged with rating them. There is still so much more to do, but on the positive side, things have improved even compared to few years ago!

Maria Luisa Friggi